Il nostro territorio
Geologia e suolo
La teoria della tettonica a placche ha individuato l’origine delle catene montuose nella collisione fra due placche della crosta terrestre. Nel caso dell’Appennino Settentrionale, la collisione è avvenuta tra la placca europea e quella adriatica. Nel Giurassico Medio, circa 160 milioni di anni fa, i margini continentali di queste due placche erano divisi da un vasto bacino oceanico, conosciuto come oceano ligure-piemontese. A partire da 100 milioni di anni fa, le due placche hanno iniziato a convergere l’una contro l’altra, fino a collidere circa 40-50 milioni di anni fa. In tal modo si è formato l’Appennino Settentrionale, che quindi può essere immaginato come una cicatrice che marca il luogo della collisione. Che l’oceano coprisse questi luoghi è anche testimoniato dalla presenza di fossili di conchiglie e altre creature marine, presenti quasi ovunque: nelle rocce, nella pietra delle antiche chiese e dei castelli, nel terreno alluvionale della valle.
Proprio di fronte a Casè si stagliano due formazioni rocciose ofiolitiche, la Pietra Parcellara e la Pietra Perduca. Le ofioliti o “rocce verdi” sono rocce magmatiche di colore verde scuro, le cui caratteristiche indicano una provenienza da bacini oceanici. Sulla Pietra Perduca si erge la chiesetta medievale di Sant’Anna, che pare un’escrescenza della roccia stessa. Sulla sommità della pietra, in epoca preistorica, sono state scavate due vasche quadrangolari, chiamate “letti dei santi” dalla tradizione popolare. In questi misteriosi bacini, dove l’acqua piovana riposa tutto l’anno, vive una florida comunità di strane creature: i tritoni.
Il terreno delle nostre vigne, quasi a 600 metri di altezza, è un misto di calcare e argilla, e la percentuale di calcare aumenta più ci si avvicina alla cresta della collina. Per questo motivo le viti del poggio, vicine alla cresta, producono meno uva, ma molto più concentrata, con caratteristici sentori minerali.